Rischio burnout insegnanti: come capirlo e come uscirne

Che cos’è il burnout

Il burnout è una sindrome che consiste nel logoramento delle motivazioni e delle emozioni, generando una stanchezza e una sfiducia che, a loro volta, portano allo spegnersi della volontà.

Il soggetto si sente oppresso dal carico emotivo, pratico e mentale, si sente appunto bruciato, scoppiato, esaurito.

Il burnout è una condizione di disadattamento particolare che capita anche nelle professioni di aiuto, a causa dell’intenso coinvolgimento emotivo e motivazionale.

Il contributo di Christina Maslach

Secondo Maslach, il burnout è indice di una non corrispondenza tra quello che le persone sono e quello che le persone debbono fare. La studiosa ha ideato uno strumento per la misurazione di tale fenomeno, denominato Maslach Burnout Inventory. Esso consiste in un questionario per valutare la frequenza e l’intensità dei sintomi, con gli stati emotivi riguardanti il proprio lavoro.

Per Maslach, il burnout colpisce principalmente i lavoratori del settore sociale, in particolare quello scolastico.

Il burnout degli insegnanti

Dalla lontana metà degli anni ’80, diventa oggetto di attenzione, come situazione che mostra affaticamento fisico-emotivo nello svolgere mansioni scolastiche, apatia e distacco da alunni, colleghi. In generale un sentimento di frustrazione e delusione delle aspettative di fronte alla realtà.

La sindrome del burnout a scuola riprende la tripartizione di Maslach, ovvero:

  • affaticamento fisico-emotivo nello svolgere mansioni scolastiche
  • apatia e distacco da alunni, colleghi
  • sentimento di frustrazione e delusione delle aspettative di fronte alla realtà.

La professione dell’insegnante è indubbiamente una delle helping profession, ovvero una professione in cui si sta a stretto contatto con l’utenza, in cui gli operatori si possono lasciare assorbire dalle necessità e dalle molteplici richieste degli altri, mettendosi a loro completa disposizione, dimenticando se stessi.

Numerose ricerche in ambito internazionale  riportano che i fattori di stress, job stressors, riconducibili al lavoro dell’insegnante possono essere una quarantina e possono solo che aumentare. Alcuni tra i più comuni, anche a livello internazionale sono:

  • il non semplice comportamento di alcuni studenti;
  • la difficoltosa gestione della classe;
  • lo scarso apprezzamento da parte degli studenti;
  • il sovraccarico lavorativo;
  • la mancata stima da parte dei colleghi;
  • la gestione della pluralità di differenti situazioni.

La prevenzione del burnout

Coerentemente con il modello psicosociale va attuata un’azione preventiva sia a livello organizzativo, che a livello personale. È importante mettere in atto una reazione al burnout, ristabilendo il proprio equilibrio.

Dal punto di vista dell’organizzazione si potrebbero mettere in atto cambiamenti nella gestione del lavoro, stabilendo obiettivi realistici, variando la routine quotidiana in modo efficiente, facendo delle pause e prendendo la situazione lavorativa con maggior distacco. Da un punto di vista personale, per controllare lo stress si potrebbero stabilire obiettivi chiari, trovando le strategie per raggiungerli in modo graduale, verificandone i risultati e dandosi gratificazioni.

La Mindfulness come strumento per contrastare il burnout scolastico

La mindfulness potrebbe aiutare il docente a implementare la capacità di concentrazione sul «qui e ora», stando in contatto con se stesso, focalizzandosi sul proprio mondo interiore, per accogliere, in modalità non giudicante, tutto ciò che succede.

Questa tecnica di intervento sta raccogliendo ottimi risultati nell’accompagnare il trattamento di molteplici disturbi.

Articolo a cura della dottoressa Cinzia Iurato, psicologa e istruttrice qualificata mindfulness.

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